“Al lupo al lupo …” quando l’allarme è contagioso
Il 14 agosto la malattia virale detta “vaiolo delle scimmie” è stata dichiarata dall’Oms “public health emergency of international concern” (emergenza di sanità pubblica preoccupante a livello internazionale). Si tratta del livello più alto di allerta che richiede una mobilitazione di risorse coordinate da parte della comunità internazionale.
Va detto che nel 2022, durante la precedente epidemia, l’Oms considerò offensivo il nome dell’infezione – per gli scimpanzé, supponiamo – e, dunque, da allora, la denominazione ammessa è mpox.
La diffusione
Nelle ultime settimane la notizia è stata subito enfatizzata come se fosse l’inizio di una nuova terribile pandemia.
L’Oms ha precisato che l’epidemia (o, meglio, il focolaio, data l’estensione circoscritta geograficamente) è più virulenta rispetto a quella che si manifestò nel 2022 che era di tipo 2, clade 2. Quella in corso è di tipo 1, clade 1. Per info consultare il sito del CDC.
L’infezione è in corso nella Repubblica democratica del Congo dove sono stati segnalati 17mila casi e 500 decessi (fonte: ECDC).
E in Europa? Esiste un solo caso, di “importazione”. Ossia una sola persona che si è infettata in Congo ed è poi tornata a casa, in Svezia. E zero morti. Cliccate qui.
Come si trasmette l’infezione?
Come per l’HIV sono considerati a rischio gli uomini omosessuali mentre in Africa sono colpiti molti bambini a causa della promiscuità delle condizioni di vita e della grave malnutrizione. Il contagio avviene attraverso il contatto stretto e prolungato con una persona sintomatica.
Abbiamo chiesto al professor Stefano Petti un quadro della situazione e cosa si intenda per casi gravi.
“Cominciamo col dire che i numeri dell’Oms in Africa non sono confermati. Per stessa ammissione dell’Organizzazione si parla prevalentemente di casi e decessi “sospetti”. Qui.
Bisognerebbe poi parlare della gravità della malattia in sé, ci è detto che in Congo sono colpiti prevalentemente i giovani al di sotto dei 15 anni, ma quanti ne muoiono? Purtroppo nella Repubblica Democratica del Congo muoiono ogni anno più di 300.000 bambini al di sotto dei 5 anni e quasi tutti per malnutrizione e conseguenti malattie infettive. Questo sì, è “grave”, non la piccolissima percentuale di giovani che contrae l’mpox.
Se usciamo dall’Africa il “mistero” dei casi “gravi” si infittisce. L’Oms smentisce se stessa. Guardando ai dati Oms riferiti al biennio 2022/24 si contano 27.000 casi in Europa e 10 decessi attribuiti a mpox.
Nello stesso tempo sono morte quasi 2 milioni di persone solo in Italia e 13.000.000 in Europa. I decessi per tubercolosi, epatite B e C, HIV sono centinaia di volte superiori, ma non se ne parla, forse perché, ad esclusione dell’epatite B, per queste malattie non ci sono ancora vaccini efficaci” conclude Petti.
La soluzione? (Domanda ovvia), è in arrivo…
Le autorità precisano che non ci si deve preoccupare perché esiste un vaccino.
Il vaccino esistente è Imvanex, ancora in fase di monitoraggio – si legge sul sito di Ema – mancano infatti molti dati sulla sicurezza poichè è stato approvato in Europa “in circostanze eccezionali”.
E poi c’è un vaccino a mRna in preparazione grazie alla partnership fra il colosso Pfizer e Cepi, la coalizione fondata da Bill e Melinda Gates per fronteggiare le pandemie.
La sperimentazione clinica è iniziata un anno fa. (Forse c’è bisogno di velocizzare i tempi e per farlo si agita la paura collettiva? Dov’è la novità…).
Alla commissione parlamentare che sta per fare chiarezza sulla pandemia Covid chiediamo: esisterà mai un vaccino a mRna prodotto dalla Pfizer con il supporto del magnate filantropo che non richiederà milioni di persone da inoculare? Ribadiamo: nessun problema per chi desidera riceverlo, non vorremmo però ripiombare nel periodo delle segregazioni e dello stigma per aver detto “no” a un farmaco.
Petti riporta un commento di un suo collega, Tom Jefferson, che scrive:
“Una pandemia è qualsiasi cosa che il direttore dell’Oms dichiara che è una pandemia” ma forse, secondo un commentatore è ‘quando levi la K dal monkeypox (che diventa money-pox)’.
Suggeriamo di leggere le considerazioni di Robert Malone sul bioterrorismo psicologico, forma di manipolazione mentale per esercitare un’influenza su intere popolazioni. Qui.
L’autore si chiede chi trae vantaggio dalla proclamazione dell’emergenza dell’Oms, gli africani? O qualcun altro?
Di provato c’è che quando è proclamata un’emergenza sanitaria dall’Oms certi titoli in borsa schizzano alle stelle e gli investimenti su vaccini, antivirali, test diagnostici sono considerati assai promettenti.
Sì, chiediamoci chi ci guadagna, ma non scordiamo anche la morale della favola Al lupo al lupo… e valutiamo chi ci perde davvero.
Original source: https://blog.ilgiornale.it/locati/2024/08/30/al-lupo-al-lupo-quando-lallarme-e-contagioso/