Quando eravamo “criminali no-vax”


Dopo la Polonia che si rifiuta di pagare le cifre esorbitanti richieste da Pfizer per il continuo acquisto di vaccini, anche l’Ungheria è in causa con la big pharma per lo stesso motivo. 

Una domanda per l’Italia – anch’essa sotto ricatto Pfizer ma silenziosa a riguardo (gli sgobboni italiani pagano senza far domande)- Non ci converrà in futuro almeno “premiare” le big aziende che hanno… compreso la situazione? Non siamo più in emergenza da almeno 18 mesi e stiamo precipitando a grandi passi verso la povertà soprattutto sanitaria. Moderna e Johnson&Johnson, ad esempio, hanno accettato di interrompere la fornitura di vaccini sia in Polonia che in Ungheria. E da noi? Qualcuno lo ha chiesto?

Dopo Polonia e Ungheria anche lo Stato del Texas ha intentato causa alla Pfizer non per la sua esosità ma per le presunte menzogne propalate alle popolazioni.

Uno Stato accusa di falso la Pfizer

Secondo il procuratore generale Ken Paxton la big pharma avrebbe illuso cittadinanza e governi sull’efficacia dei vaccini a mRna. Le bugie sarebbero state intenzionali e ripetute anche quando gli studi e l’osservazione hanno mostrato che l’efficacia era ben al di sotto della percentuale di successo sbandierata. Tre le accuse di falso: sulla durata della protezione del vaccino; sulla trasmissione dell’infezione e sull’efficacia contro le varianti.

Un articolo della giornalista investigativa Maryanne Demasi, allieva di Peter Goetzsche ed esperta in evidence based medicine, ripercorre la storia delle bufale a mRna e fa capire quante occasioni avrebbero avuto i governi per smascherare la Pfizer.

L’accusa di falso parte dall’annuncio di efficacia pari al 95% divulgato da Pfizer prima dell’avvio della campagna e ripetuto da tutti i media e dai politici. “Dopo qualche settimana, quando lo studio fu disponibile, si comprese che la riduzione del rischio relativo di ammalarsi (95%) corrispondeva a una riduzione del rischio assoluto dello 0,84%” scrive la Demasi. Che aggiunge: “È probabile che il modo in cui la statistica è stata comunicata al pubblico abbia distorto la percezione dei benefici del vaccino e aumentato la loro disponibilità a farsi vaccinare”. Il procuratore del Texas definisce il vaccino “un prodotto difettoso venduto con bugie”, secondo lui la Pfizer ha confuso i dati intenzionalmente. Inoltre la big pharma ha sempre censurato le persone “che minacciavano di diffondere la verità” sul vaccino nelle discussioni pubbliche.

Albert Bourla docet

Paxton precisa che Pfizer “avrebbe complottato per mettere a tacere i giornalisti che pubblicavano i dati; avrebbe fatto pressioni sui social per evitare che le notizie circolassero e avrebbe definito ‘criminali’ le persone scettiche sui vaccini”.

Ohhh…

Dopo questo siamo autorizzati a chiederci se gli sponsor italiani dei vax, finto-illustri-macchiette fra il grezzo e il pacchiano presenti nei salotti televisivi, siano stati retribuiti per darci dei criminali? Perché “criminali no vax” è stato urlato allo sfinimento al pari dell’odierno “sì alle guerre giuste”.

Morale

Paxton chiede più di 10 milioni di dollari di multe civili e un’ordinanza del tribunale che impedisca a Pfizer di parlare pubblicamente dell’efficacia del suo vaccino.

Perché è importante tornare su queste notizie? Primo per invitare anche altri Stati a ri-ottenere il proprio denaro versato ingiustamente, tramite pubblicità ingannevole. Secondo: per sensibilizzare le popolazioni, la salute è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per la nostra evoluzione.

Terzo: in maggio i governi dovranno votare se accettare o meno che l’OMS diventi a tutti gli effetti l’unica Autority sanitaria del mondo occidentale con poteri direttivi e di governo (che non le sono propri ma i contribuenti privati che la sostengono stanno pestando i piedi: il potere lo vogliono loro).

Tuttavia, ne parleremo, le nazioni tutte possono sfilarsi e continuare a decidere in proprio.

Original source: https://blog.ilgiornale.it/locati/2023/12/17/quando-eravamo-criminali-no-vax/

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